venerdì 23 novembre 2012

La dura settimana delle donne

Piangere per cose senza importanza (perlomeno per gli umani)

La comparsa di un brufolo che ti deforma la faccia e che calamiterà più sguardi di curiosità scientifica che non disgusto, talmente è ENORME. In aero ti fanno pagare la tassa extra per la maggiorazione del peso.

La spesa che è simile a quella di altre volte (perché il cioccolato uno lo compra sempre, dai!) ma la cosa differente è la QUANTITA' di pornografici prodotti alimentari.

Il gonfiore diffuso (e mai troppo sulla tua prima o retromarcia) il giorno che hai il cocktail del vernissage.




Un lavoro duro traslocare.

E dopo 2 anni, cambio casa.
Avrei fatto a meno perché io mi affeziono ai soppalchi e soprattutto perché ho tantissima roba da traslocare, però, devo andare. In effetti ancora non so dove.
Oggi ho fatto le pulizie e mentre cantavo Paolo Conte pensavo che era l'ultima volta che avrei passato lo straccio su questo bidet (come immagine mi rendo conto che non sia bellissima, ma tant'è...)

giovedì 15 novembre 2012

Cose che potrebbero succedere nel mondo del lavoro e dell'arte.

Inizierò questo post con una premessa.
Dal 04/06/2012 ad oggi ho inviato in tutto 151 curriculum vitae.
Mi hanno risposto con un "abbiamo letto il suo cv e ci interesserebbe" in 14.
Mi hanno risposto con un "no, grazie, non ci servi, siamo ai ferri corti"in 6.
Tutti gli altri, circa 131, non mi hanno scritto niente, nemmeno una parolaccia, nemmeno una pernacchia.
Tra quei 14, una galleria di Roma, la Hybrida Contemporanea, mi ha dato una quasi buca il giorno del colloquio, perché se n'erano dimenticati. Un'altra finta galleria milanese che "bellissimi i tuoi lavori, li vorrei esporre" nel momento definitivo sono scomparsi. Un'altra galleria torinese non mi avrebbe rimborsato i biglietti del treno e niente, io non sono ricca. Poi tra questi 14 c'è un'Agenzia Immobiliare e un'Agenzia di moda ed entrambi mi volevano fare il colloquio perché ho un "viso interessante" quindi sì, lusingata ma ciao. Alla fine ho potuto collaborare con pochissime persone, 5 in tutto. Nessuno mi ha pagata.
Nessuno mi paga la frustrazione di aspettare mail che puntualmente non arrivano. Nessuno mi paga il tempo che spendo nel cercare annunci e gallerie o musei dove inserirmi. Nessuno mi paga la speranza quando premo invio. Nessuno mi paga la convinzione che non funzionerà nemmeno stavolta quando premo invio. Però continuo imperterrita. Perché io lavorerei in una galleria d'arte o in un museo o in una fondazione o in una casa d'aste o ovunque dove ci siano opere d'arte e mostre, e ci lavorerei pure gratis. Non per sempre, ovvio, ma per un bel po' sì. Se mi dessero 10 euro al giorno potrei essere pure felice.
Ho fatto gratuitamente sempre e solo cose che mi piacevano, che poi mi davano pure qualcosa di bello da inserire nel cv.
Poi succede che sento dire di giovani come me che se non vengono pagati profumatamente, ma vengono pagati un po' meno (perché hanno la fortuna di essere pagati per quello che fanno) non fanno le cose. No, o così o niente. O il gelato al cremino o niente.
Una cosa rispettabile e legittima, eh.
Però se a me una galleria mi chiedesse di fare un lavoro per loro, che mi pagherebbe anche se non quanto io vorrei, io mi ci fionderei. Perché per me è vero quando dico che certe cose bisogna farle anche solo per esperienza, anche solo, purtroppo, per riempire il cv. E poi perché, sì è un lavoro, ma un lavoro che mi piace e che farei volentieri tutti i giorni tutto il giorno e se io non ci rimetto un euro e mi pagano pure sarei proprio fortunata.
Quindi ecco, forse sbaglio io. Forse la Fornero aveva ragione quando ci ha definiti tutti 'na massa di choosy.
Però se uno decide di fare dell'arte il proprio mestiere, essere pagati anche meno di quanto ci si aspetti dovrebbe essere fantastico lo stesso, perché ti stanno dando un compenso monetario per qualcosa che costa sicuramente fatica ma anche tanto piacere e soddisfazione.
Forse sono strana io.